“Accrescere il ruolo di primo piano dell’Italia nei programmi dell’Agenzia spaziale europea, dall’osservazione della Terra ai lanciatori, garantendo l’adeguato posizionamento del nostro comparto industriale”. È questa la priorità italiana secondo Riccardo Fraccaro per l’appuntamento dell’anno per lo Spazio del Vecchio continente. Queste le parole alla vigilia dell’importante appuntamento che ha visto l’Italia impegnata in una scelta coraggiosa di “scommessa” sulla presenza del nostro Paese nel settore spaziale. Con un’attenzione particolare alle soluzioni di Osservazione della Terra.
A ottobre si è tenuto a Roma, presso ASI, il consueto appuntamento con la Space Week organizzata con il supporto di APRE (LINK)
ASAS ha promosso la partecipazione delle imprese ed è intervenuta direttamente nella giornata dedicata a Copernicus con una relazione del presidente D’Onghia illustrata dal collega e associato Roberto Tartaglia Polcini della Mapsat.
Questa la sintesi di Airpress:
“Una potenza spaziale mondiale”. L’Italia non nasconde le proprie ambizioni extra-atmosferiche e “raddoppia” il budget destinato all’Agenzia spaziale europea (Esa) per il prossimo quinquennio: 2,3 miliardi di euro. Lo ha spiegato il sottosegretario Riccardo Fraccaro, alla guida della delegazione italiana a Siviglia dove si è chiusa la ministeriale dell’Esa. Con lui c’erano il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia e il segretario del Comitato interministeriale (Comint) di palazzo Chigi Carlo Massagli. Con il potenziamento del proprio ruolo, l’Italia ottiene una serie di risultati tra cui il ritorno in orbita per una nuova missione dell’astronauta Samantha Cristoforetti e la guida del programma I-HAB per andare sulla Luna.
I NUMERI
Il budget complessivo dell’Esa arriva a 14,4 miliardi di euro per i prossimi cinque anni (12,5 miliardi nei primi tre rispetto ai 10,3 del triennio precedente). Il direttore generale Johann-Dietrich Woerner si è detto “molto felice” e “sorpreso”, sorridente nel lanciare il titolo di chiusura del vertice: “United Space in Europe”. È infatti arrivato sostegno per tutti e quattro i campi definiti: scienza ed esplorazione, sicurezza, accesso allo Spazio (i futuri lanciatori) e le applicazioni (osservazione della Terra, telecomunicazioni e navigazione). Per l’Italia si tratta di una forte presa di posizione nel contesto continentale, frutto del rilancio con gli altri partner, Germania e Francia. Nel quinquennio, Berlino investirà 3,3 miliardi (il 23%) e Parigi 2,7 miliardi (pari al 18,5%), con un sorpasso dei tedeschi che potrebbe cambiare qualche equilibrio. “Il settore spaziale – ha detto Fraccaro – rappresenta il volano per lo sviluppo, l’innovazione e la competitività del sistema-Paese”. E così, “forte dei risultati raggiunti in termini di ritorno economico degli investimenti e maggior efficienza delle istituzioni, l’Italia raddoppia i fondi stanziati per i programmi dell’Esa”. Difatti, “con una sottoscrizione totale pari a 2 miliardi e 288 milioni, la più alta di sempre, il nostro Paese si afferma come una potenza spaziale mondiale”.
LA AMBIZIONI ITALIANE
Il contributo italiano all’Esa sale dunque al 16% grazie al posizionamento nel corso del consiglio in Spagna: “un successo su tutti i fronti per l’Italia”. Come spiegato da Fraccaro a margine della ministeriale, “l’Italia diventa più forte in Esa e i programmi dell’agenzia si focalizzano sulle nostre aree di eccellenza”. Secondo il sottosegretario, “la nostra strategia di puntare sui settori strategici comparto nazionale dello spazio si è rivelata vincente, abbiamo raccolto le sottoscrizioni di altri Paesi, compresa la Francia, e ora i programmi nei quali esercitiamo la leadership sono al centro delle attività Esa”. L’Italia “contribuisce in maniera sempre più decisiva alla definizione delle politiche spaziali europee: non potremmo essere più soddisfatti di un risultato che darà enorme impulso allo sviluppo industriale, scientifico e tecnologico del comparto nazionale”, ha rimarcato Fraccaro, che già ieri aveva espresso “ottimismo”.
IL COMMENTO DI SACCOCCIA
“Oggi registriamo un risultato estremamente positivo per il nostro Paese”, ha detto il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia. “La scelta dell’Italia di fare un così importante incremento negli investimenti è legata alla decisione di supportare attività spaziali che spostino verso il Paese reali vantaggi economici e industriali”. Si tratta, ha aggiunto, “di una proposta che sposta gli equilibri europei del settore spaziale verso una maggiore leadership del nostro Paese, rispetto ad altri importanti attori storici, quali la Francia e la Germania”. A dimostrarlo, ha rimarcato il presidente dell’agenzia, è stata “l’adesione entusiasmante di Paesi medio-piccoli nel settore spaziale europeo a programmi a guida italiana, quali l’evoluzione del lanciatore Vega ed il sistema di trasporto spaziale riutilizzabile Space Rider; un investimento che sarà su grandi programmi, ma anche su temi che permetteranno alle Pmi di poter contribuire al futuro di questo settore essenziale”.
ASTROSAMANTHA IN ORBITA
“Orgoglio” da Saccoccia e Fraccaro è arrivato anche per l’accordo sulla nuova missione per Samantha Cristoforetti. “È il giusto riconoscimento – ha detto il sottosegretario – per la sua immensa professionalità e dimostra ancora una volta la nostra eccellenza nel settore dello spazio”. Fraccaro ricorda che aveva “preso l’impegno di lavorare per il ritorno in orbita di AstroSamantha e sono soddisfatto che il nostro lavoro di Space diplomacy ha dato i suoi frutti”. L’astronauta dell’Esa, presente a Siviglia, si prepara dunque a tornare nello spazio. Tra il 2014 e il 2015 passò oltre sei mesi a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss), l’avamposto umano oltre l’atmosfera ora sotto il comando del collega Luca Parmitano. Le ambizioni astronautiche non si fermano però all’Iss. “Il ruolo di primo piano dell’Europa nel settore dello spazio compie un ulteriore salto di qualità: ai primi voli di esplorazione della prossima missione lunare parteciperanno astronauti europei; ciò rappresenta – ha affermato Fraccaro – una chance per gli astronauti italiani, che potranno essere candidati a partecipare alla missione”. Considerando l’accordo già raggiunto tra Asi e Nasa per la missione Artemis (con cui gli Usa vogliono tornare sulla Luna entro il 2024), “’Italia sarà a tutti gli effetti protagonista del ritorno dell’uomo sulla Luna: è un risultato storico per il nostro Paese”
VERSO LA LUNA
Difatti, tra le notizie arrivate da Siviglia c’è anche la guida italiana per il modulo I-HAB del Lunar Gateway, il primo passo per il ritorno sul satellite naturale. “Si tratta – ha chiarito Fraccaro – del modulo pressurizzato per l’equipaggio con funzionalità di attracco per i veicoli che dalla Terra raggiungeranno l’avamposto lunare”. Nel frattempo, in attesa di capire la ripartizione dei fondi Esa per i singoli programmi, l’Italia esulta per altre conferme su quelli di proprio interesse. “Dall’osservazione della Terra all’esplorazione robotica e umana, passando per i sistemi di lancio, il primato del Paese a livello industriale, scientifico e tecnologico si rafforza in maniera preponderante”, ha notato Fraccaro. Si va da Copernicus 4.0 per l’osservazione della Terra (“consentirà alle nostre aziende di incrementare la competitività nelle gare che verranno indette per lo sviluppo delle sentinelle del programma”) all’esplorazione, settori nei quali l’Italia figura come secondo contributore. Si consolida per l’Italia “la leadership nell’esplorazione robotica di Marte con il nuovo programma Mars Sample Return”. Ci sono poi i programmi di sicurezza con lo sviluppo delle attività di mappatura dei Near Earth Object, primo fra tutti il telescopio Fly-Eye.
VEGA…
In particolare per il vettore Vega, ha spiegato Fraccaro, “l’evoluzione del lanciatore si conferma il fiore all’occhiello della nostra produzione nel settore spaziale; il programma ha raccolto sottoscrizioni trasversali, dal Belgio alla Norvegia passando per Spagna e Svizzera, con una quota di investimenti importanti da parte della Francia per l’evoluzione di Vega”. In merito alle preoccupazioni per competizioni con il vettore francese Ariane 6 e alle pressioni transalpine sull’abbandono della versione Evoluzione, “le Cassandre sono state smentite: le contrattazioni che abbiamo portato avanti sono andate a buon fine e questa è un’ottima notizia per la filiera scientifica e industriale italiana alla base del successo di Vega E”. E dunque, “come Paese siamo fieri di essere i principali sostenitori di un progetto che diventa, insieme ad Ariane, il punto di riferimento per i sistemi di lancio europei”.
…E SPACE RIDER
Convergenza anche per l’altro programma voluto dall’Italia: il sistema di trasporto riutilizzabile a bassa orbita terrestre di nuova generazione, Space Rider. “L’Italia ha scelto di investirvi perché consentirà all’Europa di incrementare le proprie capacità in molteplici campi di applicazione, sia scientifici che tecnologici”, ha detto Fraccaro. “L’exploit del programma, che ha superato le sottoscrizioni dei Paesi necessarie per il suo sviluppo, è una grande vittoria non solo per il nostro settore industriale ma per tutto il comparto spaziale europeo; Romania, Svizzera, Belgio, Spagna e Norvegia hanno seguito il nostro progetto”. Con lo sviluppo di Space Rider, “la competitività dell’Agenzia spaziale Europea nel campo dell’accesso allo spazio aumenterà enormemente e siamo particolarmente soddisfati di contribuire, come sistema-Paese, in misura preponderante al raggiungimento di questo risultato”
LA NUOVA GOVERNANCE
Tutto questo rappresenta un successo per il Paese e per la nuova governance nazionale, per cui l’appuntamento di Siviglia rappresentava il primo grande banco di prova. Dall’anno scorso, le legge 7 del 2018 ha ridato coordinamento al comparto rimettendone la responsabilità nelle mani del presidente del Consiglio, supportato per questo da un Comitato interministeriale (Comint) che riunisce tutti i dicasteri coinvolti. La segreteria dell’organo è affidata all’ammiraglio Massagli, al vertice di una struttura di coordinamento che garantisce fluidità al sistema. Il ruolo di palazzo Chigi si avvale inoltre del supporto tecnico-scientifico dell’Asi, presieduta da Giorgio Saccoccia, che nell’interlocuzione costante con l’Esa ha preparato il terreno alla ministeriale.